Di cosa si tratta
Per ginecomastia si intende comunemente l’eccessivo sviluppo della ghiandola mammaria nell’uomo.
Si parla di ginecomastia vera se l’aumento di volume del seno maschile è dovuto all’ingrandimento della ghiandola mammaria (presente anche nei maschi) per varie cause, soprattutto ormonali (disfunzioni proprie o assunzione di farmaci). La cosiddetta ginecomastia falsa è causata, invece, dall’aumento cospicuo della quantità di grasso normalmente presente nella regione pettorale per vari motivi (variazioni di peso, conformazione corporea, ormoni). E’ possibile, comunque, che le due componenti si associno.
Come si fa
Tale anomalia si può correggere tramite due diverse tecniche chirurgiche a seconda dei casi.
La prima metodica consiste nell’esecuzione di una “mastectomia sottocutanea”, cioè nell’asportazione della ghiandola mammaria mediante un’incisione a livello della parte inferiore dell’areola.
Con la seconda tecnica, invece, si esegue l’aspirazione del grasso sottocutaneo nella regione pettorale interessata mediante un’apposita cannula che viene introdotta attraverso un paio d’incisioni lunghe pochi mm in zone poco visibili del torace (liposuzione).
Entrambi i tipi d’intervento sono eseguiti in regime di Day Hospital in anestesia locale con sedazione.
Al termine dell’operazione le incisioni verranno chiuse mediante sutura riassorbibile e/o l’applicazione di cerotti. Quindi verrà fatta indossare un’opportuna guaina elastica che dovrà essere portata giorno e notte per circa 20 giorni per permettere una omogenea cicatrizzazione.
Il periodo post-operatorio
Nei giorni immediatamente successivi all’intervento saranno presenti un certo grado di dolenzia e varie ecchimosi, che si riassorbiranno nel giro di 20-30 giorni.
Movimenti limitati delle braccia ed esercizi fisici sono permessi, purchè eseguiti con moderazione, durante le prime 4-5 settimane; poi si potrà tornare gradualmente ad una normale attività. Sono vietati per un mese i movimenti e gli esercizi che richiedono un coinvolgimento della regione pettorale (circonduzione delle braccia, portare pesi, ecc.).
Le cicatrici saranno nei primi mesi arrossate, dure, lievemente rilevate, ma, dopo 6-12 mesi, gradualmente si schiariranno e si appiattiranno.
Nei primi 6 mesi le cicatrici non si devono esporre al sole.
Quali rischi?
Complicanze, in verità poco frequenti, ma possibili, sono quelle comuni ad ogni intervento chirurgico, quali la formazione di una raccolta di siero (sieroma) o di sangue (ematoma), l’infezione, inoltre si può avere la diminuzione o un incremento della sensibilità tattile del capezzolo e/o della cute circostante, la formazione di cicatrici ipertrofiche o di cheloidi.
Queste due ultime complicanze non sono però prevedibili prima dell’intervento perché si tratta di reazioni soggettive dell’organismo allo stress chirurgico.