Di cosa si tratta
Le cosiddette “orecchie a sventola” sono una malformazione molto comune, diffusa spesso in maniera lieve.
La normale forma e posizione del padiglione auricolare è data da varie ripiegature della cartilagine che ne forma lo scheletro. Numerose sono le possibili deformità della cartilagine auricolare, tra le quali le più diffuse sono l’eccessivo sviluppo della conca (la parte centrale del padiglione) o la mancata formazione di alcune pieghe nella porzione superiore. L’età minima in cui intervenire è di 6-8 anni, quando il padiglione auricolare ha già completato il suo sviluppo.
Come si fa
L’intervento viene eseguito incidendo la cute della parte posteriore dell’orecchio, così da non rendere visibile la cicatrice. Da qui si accede allo “scheletro” di cartilagine del padiglione auricolare che viene opportunamente inciso e modellato in modo da correggere la deformazione.
I bambini piccoli vengono operati in anestesia generale e possono essere dimessi lo stesso giorno o quello successivo. Gli adolescenti e gli adulti possono essere trattati in anestesia locale con o senza sedazione ed andare a casa in giornata.
Il periodo post-operatorio
Occorre portare un bendaggio a turbante intorno alla testa per una settimana. I punti di sutura verranno rimossi dopo 7-12 giorni.
Le orecchie guariscono in fretta e l’aspetto è naturale anche solo dopo un paio di settimane. Ma, come per ogni operazione, le orecchie saranno piuttosto sensibili se toccate con forza, perciò è preferibile evitare gli sport da contatto, ad esempio il calcio, per circa 6 settimane. E’ anche opportuno, dopo che il bendaggio è stato tolto, applicare una fascia di protezione (come per lo sci) alla sera. Questo supporto protegge le orecchie per quattro settimane durante il sonno.
Quali rischi?
Le complicanze, in verità pochissimo frequenti, sono quelle comuni ad ogni intervento chirurgico quali la formazione di una raccolta di sangue (ematoma) o di siero (sieroma) o l’infezione, Inoltre si possono avere l’incompleta correzione della deformità, benché sia presente un notevole miglioramento, soprattutto nel caso ci siano più aree del padiglione auricolare da correggere, una lieve diminuzione della sensibilità e la formazione di cicatrici ipertrofiche o cheloidee.
Questi ultimi due fenomeni non sono prevedibili in quanto si tratta di reazioni soggettive dell’organismo allo stress chirurgico.